Gioca alla Fortitudo Mozzecane da 13 anni ma è solo una classe 1994. Francesca Salaorni, capitano ventiduenne, gioca come difensore centrale e per la sua squadra è ormai una bandiera.
Francesca, da cosa nasce la tua passione per il calcio?
“Non ho un ricordo preciso ma quando ho compiuto 6 anni ho iniziato a chiedere ai miei genitori di poter giocare a calcio. Ho fatto tanti altri sport poi a 9 finalmente ho iniziato col calcio femminile e sono andata alla Fortitudo”.
Che cosa significa indossare la fascia di capitano al braccio?
“E’ indubbiamente una grande responsabilità perché ho un ruolo bello e importante. Devi dare l’esempio sia in campo che fuori ed essere un punto di riferimento anche per le compagne più grandi di te. Serve poi fare da intermediario tra squadra e società quando c’è qualcosa che non funziona”.
Come vedi il prossimo campionato di serie B e quali saranno i vostri obiettivi?
“Guardo al prossimo campionato in maniera positiva perché abbiamo tante potenzialità pur essendo un gruppo molto giovane. Le ragazze degli anni scorsi si devono amalgamare coi nuovi acquisti. La speranza è quella di riuscire a fare un buon campionato ma sappiamo di essere in un girone molto tosto con tante grandi squadre”.
Come vi state trovando con mister Comin?
“Indubbiamente rispetto allo scorso anno i ritmi anche durante l’allenamento si sono alzati. Si vede che viene da un campionato di categoria superiore, ha una mentalità diversa”.
Quanto è difficile conciliare studio con il calcio?
“E’ abbastanza difficile ma fortunatamente sono all’ultimo anno e questa stagione sarà più leggera. Vado all’università a Padova, ho fatto la pendolare ma quando mi sono trasferita in città tornavo a casa per allenamenti e partite, continuano poi ad allenarmi anche a Padova insieme ad una mia compagna di squadra”.
Quale pensi possa essere la soluzione per far crescere il calcio femminile in Italia?
“Ritengo sia positivo che le squadre di A, B e Lega Pro abbiano l’obbligo di avere all’interno della società maschile una formazione di Under 12 femminile. All’estero questo discorso è decisamente più avanzato. A livello giovanile è importante che le squadre femminili possano avere dei buoni allenatori in modo da dare pari opportunità di crescita ai maschi e alle femminile. Inoltre serve dare più visibilità al calcio femminile”.
A cura di Arianna Sironi – Sport Donna (www.sportdonna.it)