Per tutto il mondo gialloblù è semplicemente “Max”, l’instancabile responsabile del settore giovanile femminile del ChievoVerona. Massimiliano Rossi è in prima linea per lo sviluppo della linea “rosa” della cantera fortitudina-clivense, lavorando gomito a gomito con dirigenti, staff tecnico e giocatrici. Per crescere, giorno dopo giorno.
Max, come è nato il tuo coinvolgimento nel progetto?
Tutto è cominciato quando Sergio Pellissier, che crede moltissimo nello sviluppo di questo progetto, mi ha chiesto di aiutarlo a ripristinare la nostra realtà juniores, raggiungendo un livello e numeri che per noi fossero soddisfacenti. Ecco allora che mi sono messo in moto, sono entrato in contatto con la Fortitudo Mozzecane e abbiamo dato il via a questa collaborazione. Che ci rende tutti molto contenti, perchè ad ora abbiamo raggiunto il numero di circa 100 atlete.
Occuparsi di calcio giovanile e femminile insieme significa vivere un doppio filone di sviluppo…
Mi aspetto di far capire al mondo calcistico che il settore femminile è in forte espansione. Coinvolgendo anche gli allenatori per creare un progetto serio, che raggiunga un tasso tattico e tecnico elevato. Non c’è differenza fra maschi e femmine, l’obiettivo rimane quello di riuscire a dar vita a un settore giovanile di buona caratura, per poi, come nel maschile, portare un alto numero di giocatori al livello seniores. Il territorio ci dà buone possibilità, ci sono tante brave atlete. Sono andato a vedere squadre maschili che hanno calciatrici femmine e ne ho viste di brave, ci si può lavorare. Per ora, però, non intendiamo fare selezione. La crescita deve essere uguale per tutti,.
Quali sono le ambizioni comuni del settore giovanile femminile, per questa stagione?
Le ambizioni teniamole per la Primavera e per la Prima Squadra. Per tutte le altre, c’è una sola ambizione, quella della crescita.
Le tue sensazioni riguardo queste atlete?
Devo dire una cosa, che vedo una capacità di apprendimento molto più elevata rispetto ai “colleghi” maschietti. Dobbiamo ricordare una cosa che hanno tutte alla base: per una femmina, fare calcio è una forzatura, diciamo così, qualcosa che si vanno a scegliere con determinazione, e nel quale si impegnano. Al contrario dei bambini maschi, per i quali praticare calcio è una scelta diffusissima. Si lavora bene con le femmine, perchè hanno tanta voglia, e anche fisicamente e strutturalmente traggono un beneficio che si vede, hanno chiara l’idea di mettersi in riga e svilupparsi al massimo. Oltretutto, stiamo inoltrando all’interno del settore giovanile un piano di alimentazione con un nutrizionista, per indirizzarle verso una corretta alimentazione.
E quali sono le differenze più grandi, al di là del fisico, fra le categorie?
Per le più piccole, naturalmente, si parla di fare un lavoro tecnico e non tattico. Cominciando dalla base, e con l’obiettivo di farle innamorare sempre più dello sport. Dobbiamo lavorare tanto con esercizi mirati di gesionte palla, sviluppando le loro capacità.