Sinistro di controbalzo da fuori: 0-2. Stop in area e destro all’incrocio dei pali: 0-4. «La prima doppietta in serie B è una grossa liberazione». L’uno-due vincente, Valeria Dal Molin lo salva già nell’album dei ricordi: le reti segnate nello 0-8 contro il Südtirol Damen l’hanno fatta saltare dalla felicità. «Una gioia fantastica, non me l’aspettavo proprio». Una prestazione, quella messa in scena a Laives, condita pure dall’assist per lo 0-6 di Alessandra Zangari. Un assist che la centrocampista gialloblù non serviva esattamente da un girone intero, sempre contro la formazione bolzanina (allora per la zampata di Zoe Caneo). Una curiosità: il primo e, fino a domenica scorsa, unico sigillo in campionato Valeria lo aveva siglato a fine novembre, in casa, contro il Vicenza.
Dal Molin, la prima doppietta in serie B che sapore ha?
«Era da tempo che desideravo realizzare il secondo gol ma in questi mesi non sono riuscita a sfruttare a dovere le occasioni che mi sono capitate. Segnarne due in una sola partita, beh, è una bellissima emozione che ripaga l’attesa».
Una rete di destro e una di sinistro. Calcia con disinvoltura con entrambi i piedi?
«In realtà no (sorride, ndr). Il destro è il mio piede naturale e di lui mi fido molto. Al contrario, il mancino lo uso poco e, lo ammetto, quel gol è stato un colpo fortunato: ho attaccato il pallone con decisione, ho creduto davvero in quello che stavo facendo e ho tirato con forza. È andata bene, ma so di dover migliorare parecchio con il sinistro».
Pochi minuti prima dello 0-2 aveva centrato l’incrocio dei pali dai venti metri. Quanto è dispiaciuta?
«Abbastanza. Più che altro perché la conclusione era nata da un’ottima manovra e da un colpo di tacco di Zangari. Sono sincera: vista la bellezza dell’azione avrei preferito segnare questa rete piuttosto che quella più semplice che ho realizzato nella ripresa».
Il gol contro il Vicenza e il primo contro il Südtirol Damen li ha siglati rispettivamente al 42’ e al 41’ del primo tempo. Bisogna stare attenti a Valeria quando la prima frazione è agli sgoccioli?
«È solamente una casualità però, chissà, forse il piede mi diventa caldo con il passare di minuti. Quando ho la possibilità, provo spesso a calciare: so di avere un buon tiro».
Dopo due reti da fuori, la seconda marcatura con il Südtirol Damen l’ha segnata in area. Con gli inserimenti come se la cava?
«Mi piacciono e sono sempre stata abituata a farli: per una centrocampista, saper entrare nell’area avversaria con tempismo è importante. In questo campionato, però, i miei inserimenti sono un po’ mancati, sia perché di recente gioco vertice basso davanti alla difesa, e ho altri compiti, sia perché mi è capitata poche volte la palla giusta tra i piedi».
Appunto: mezz’ala fino a marzo, vertice basso da un paio di mesi. A centrocampo fa tutto?
«Ci provo e mi impegno dovunque ci sia bisogno. Da mezz’ala ho più la possibilità di propormi in avanti e segnare, ma non ho particolare preferenze. Mi trovo bene in entrambi i ruoli e adoro svariare da una parte all’altra del campo. Il vertice basso? È la prima volta in carriera che vengo schierata in quella posizione e do il massimo: ho qualche difficoltà sui colpi di testa però a livello di grinta, sacrificio e corsa sono a mio agio».
Il suo quinto assist del campionato è arrivato dopo un girone intero di astinenza. Ne sentiva la mancanza?
«Parecchio. I passaggi vincenti sono uno degli aspetti tecnici che mi contraddistinguono di più e mi è dispiaciuto restare a secco per così tanto tempo. Negli ultimi mesi, probabilmente non sono riuscita a creare abbastanza gioco e avrei dovuto battere meglio diversi calci d’angolo».
Un giudizio sulle compagne di reparto: Rachele Peretti?
«Fortissima. Ha classe, un piede fantastico e ci sta dando una grossa mano sia a livello realizzativo (13 reti, ndr) che di esperienza».
Francesca Signori?
«Francesca ha una grinta incredibile e, nonostante non sia altissima, di testa prende ogni pallone. Inoltre, sono felice che abbia risolto i problemi al ginocchio e che a gennaio sia tornata a giocare a pieno regime: per il 2017 della Fortitudo, Signori è stato un bell’acquisto».
Alessia Pecchini?
«L’ho vista per poche settimane (Pecchini è in Olanda per motivi di studio, ndr) ma mi hanno colpito la sua esperienza, il suo carisma e la sua tecnica: Alessia incita molto le compagne e questa è una qualità fondamentale».
Dal centrocampo all’attacco: Beatrice Piovani?
«Ha un fisico imponente, sa come muoversi, proteggere la palla e aiutare le compagne in fase offensiva. Purtroppo è stata davvero sfortunata in zona gol: poche volte ho visto una calciatrice tirare così tante volte in porta e segnare con il contagocce (2 reti, ndr). Nel girone di andata, Beatrice ha svolto un grande lavoro a centrocampo ma io la preferisco adesso, in attacco. Fare la punta è il suo mestiere».
Dall’attacco al centrocampo: Zoe Caneo?
«Il cammino inverso (sorride, ndr). Zoe si comporta bene in entrambi i ruoli però, se devo scegliere, penso si esprima meglio in mezzo al campo: corre parecchio, lotta, si sacrifica ed è dotata pure lei di un’ottima tecnica».
A sette mesi dal debutto, si sente una calciatrice di serie B a tutti gli effetti?
«Sì, ho compreso la categoria e ho capito di poterci stare, anche se ho solo 17 anni e di strada devo percorrerne parecchia: grazie a mister Fabiana Comin, Marco Borgese (viceallenatore, ndr) e Deila Boni (collaboratrice tecnica, ndr) mi sento migliorata tatticamente, tecnicamente e atleticamente. Tuttavia, a livello caratteriale sono ancora un po’ la Valeria che giocava in Primavera (Agsm Verona, ndr) e che deve crescere: sono testarda e quando mi arrabbio e mi impunto, sbaglio. La serie B? Qualsiasi partita è una battaglia e bisogna sempre impegnarsi al 100%».
Dopo 24 giornate di campionato, e le sue 22 presenze, cosa non abbiamo ancora visto, o visto poco, di Dal Molin?
«Qualche gol in più. Ho fallito tante occasioni e, soprattutto all’inizio, mi è mancato il fiuto del gol necessario. Non solo: avrei voluto segnare almeno una punizione. Nelle stagioni passate ho realizzato diverse reti da calcio piazzato e quest’anno so che non sto mostrando ciò che so fare: nella gara d’andata contro l’Azzurra San Bartolomeo, per esempio, ho avuto la possibilità di battere una punizione dal limite però ho tirato il pallone in bocca al portiere. Mi dispiace molto».
Che soddisfazione si prova ad aver conquistato il posto da titolare alla prima avventura in serie B?
«È un grande orgoglio. Do tutta me stessa e sono consapevole di dovermi sudare il posto ogni settimana, però riconosco che avere Comin come allenatore è stato un vantaggio: il mister mi ha già allenato nella Primavera dell’Agsm Verona e sa quanto posso valere. Se la scorsa estate avessi invece trovato un tecnico che non mi conosceva, magari la storia sarebbe andata in modo diverso».
Tra le gialloblù più impiegate in campionato, lei è la più giovane. Quanto incide l’età?
«La considero più un vantaggio che uno svantaggio. Da giovane, fisicamente sei più fresca, forte, reattiva, e la personalità puoi sistemarla e aggiustarla con il tempo. Tuttavia, vorrei essere più matura: il carattere è proprio il mio tallone d’Achille».
Ha colpito, finora, con Vicenza e Südtirol Damen. E se lasciasse il segno anche contro due «big» come Inter Milano e Fimauto Valpolicella, prossime avversarie della Fortitudo?
«Sarebbe stupendo. In ogni caso, non cerco il gol a tutti i costi: desidero aiutare il gruppo a 360°, con spirito di sacrificio, determinazione e con passaggi di qualità; se poi dovesse arrivare la rete tanto meglio. Quale sfida sento di più? Non vedo l’ora di affrontare l’Inter Milano: all’andata ho disputato una gara davvero sottotono e mi voglio riscattare».
Matteo Sambugaro
Foto: Graziano Zanetti Photography
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